domenica 21 marzo 2010

Coniglio alla cacciatora


testa di coniglio dallo sguardo vacuo - Victor's Bazaar, 3 sacchi
ecopelliccia anniottanta - mom's closet
tshirt gigante scheletro-che-si-illumina-nel-buio - evilbay, pochi dollari
fusò sbrilluccicosi argento - Calibro nove, 3 euri
vecchi scarponi era "adolescenza grunge" - boh? si parlava ancora di lire

testa di coniglio dallo sguardo vacuo - Victor's Bazaar, 3 sacchi
vestito di sartoria in velluto, anniottanta - L'usato dalla A alla Z, 4 euri
calze di papà - dad's closet
imbarazzantissime peep-out toes pacchiane- made in PRC, bancarella "Saldo tutto 2 euro"
accetta non inclusa nell'outfit, ma preziosa per spaccare la legna per il camino, che a star smanicati si prende freddo


La moda, come i maya e i rivoluzionari francesi, segue un personalissimo calendario, indifferente alle banali logiche di conservazione della specie umana volte a evitare la dispersione del calore corporeo o l'eccessiva sudorazione.
Abbiamo passato l'equinozio di primavera? Per festeggiare l'arrivo della bella e garrula stagione vi propongo una mia mise invernale, sfruttata lo scorso weekend montano, per chi già rimpiange il gelo di ieri.

La testona conigliosa di pelouche, cercata ardentemente per alcuni miei dubbi progetti artistici, è stata:
1. estorta per tre sacchi dal mio spacciatore di usato preferito, Victor, di cui presto parlerò
2. svitata da un mostruoso e imbarazzante palo-attaccapanni peloso grazie al contributo delle possenti zampe di peso massimo pugilistico del mio amigo del <3
3. svuotata e ripulita (quasi) con certosina pazienza dalla montagna palline di polistirolo che ne costituivano la struttura portante (inutile dire che le suddette palline ora sono OVUNQUE nella mia stanza, e si rifiutano di essere aspirate via)
4. indossata con somma soddisfazione e un principio di soffocamento

Un accessorio ben scelto rende speciale anche un look semplice. Indossare un testone di pelouche potrà conferire quel "je ne sais pas quoi" che farà schiattare d'invidia passanti, amici, colleghi di lavoro (anche il vostro datore di lavoro in teoria, a mio favore/sfavore gioca il fatto che, facendo l'artista, coincido con il mio capo e ormai sopporto con pazienza le mie stravaganze)

mercoledì 17 marzo 2010

E' un pò che corteggio l'idea di cavalcare l'Über trend del "fashion blog".
In cima all'iceberg motivazionale sventolerebbe un mio antico (ormai) master in moda, che avrebbe così, anche se limitatamente alla taglia 2.0, modo di essere messo a frutto.
Ma bando alle ciance diplomatiche o alle citazioni da curriculum vitae a mia magra discolpa.
Ho una reflex digitale che spacca (ohibò, con un pò di presunzione potrei anche affermare di saperla usare in manuale e non solo in automatico. E, sempre da cv, ho ottime competenze in fotoscioppamento).
Al momento latita un baldo giovine che pigi, con sottomessa pazienza e imperitura devozione, il tasto di scatto al posto mio, ma il telecomando wireless ne fa le veci perfettamente, e non va allo stadio, quindi è sempre a mia disposizione.
Poi, tassello principale, faccio outing, ebbene sì, sono una fescionvictìm.
Ma genovese, gente. E la genetica mi ha salvato.
Un astuto meccanismo ribosomial-risparmioso ha fatto sì che a piacermi siano solo cose vecchie, possibilmente trash, brutte, sgualcite e reiette da tutti.
Potrei eufemisticamente e snobisticamente definirmi una patita del vintàaaaaaaaaaasje, ma a me piace chiamare le cose con il loro nom propre, quindi su cotesto blog si parlerà di usato.
E di come dare una seconda chance alle cose. Fin.

*Se poi la pagina diventasse luogo di incontro e di scambio con chi ci passa, meraviglia[qui mi si illuminano gli occhi con sinistro luccichio, pensando alla possibilità di estendere geograficamente la mia riserva di caccia di roba usata verso lidi inesplorati].
Per oggi basta prolissitudini. Alla prossima.

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